Architetto e letterato italiano. Di nobile casata
fiorentina, compì gli studi di matematica e fisica a Venezia e a Padova.
Nel 1421 si laureò in Diritto canonico a Bologna, iniziando quindi a
scrivere le prime opere di argomento letterario e filosofico-morale
(
Philodoxeos, 1426). Dal 1432 fu a Roma, dove divenne abbreviatore
apostolico presso la Cancelleria pontificia e ricevette gli ordini sacri, anche
se quasi certamente non esercitò mai il sacerdozio. Durante il suo
soggiorno si diede agli studi architettonici che lo portarono più tardi
alla composizione della
Descriptio Urbis Romae. Il periodo fiorentino,
iniziato nel 1434, fu ricco di opere ispirate ad argomenti morali e politici.
A. compose il trattato dialogico
Della famiglia, i cui primi tre
libri (1437-38) offrono consigli sull'educazione dei figli, sulla vita coniugale
e domestica, mentre il quarto (1441) è dedicato all'amicizia. Altre opere
morali sono:
Della tranquillità dell'animo (1442);
De
isarchia (1470), che riprende il tema del governo della casa;
Intercoenales, brevi dialoghi in latino sulle incoerenze della vita
umana. In tutte le opere di
A. è presente l'idea che l'azione, e
non la speculazione o la contemplazione, costituisca il vero scopo della vita
umana.
A. condanna duramente il sapere come pura astrazione, in quanto
lontano dalla percezione delle reali esigenze della vita. In polemica con la
maggior parte dei letterati del suo tempo,
A. afferma l'importanza della
lingua volgare, da lui usata e nobilitata con il ricorso a espressioni capaci di
conciliare semplicità ed eleganza. L'attività artistica di
A. iniziò a Roma, con il restauro di Santo Stefano Rotondo.
L'architetto demolì le pareti in rovina della chiesa, restaurò il
colonnato interno e murò l'intercolumnio del secondo colonnato, creando
una nuova consonanza di spazi. Nel 1446 si dedicò alla trasformazione del
Tempio Malatestiano a Rimini, ovvero il rifacimento della chiesa gotica di San
Francesco. Benché rimasta incompiuta, l'opera risulta una delle
più alte espressioni dell'architettura classico-rinascimentale del
Quattrocento. La facciata è chiaramente ispirata agli archi trionfali,
mentre nell'articolazione dei fianchi ritorna il motivo delle arcate,
sull'esempio degli antichi acquedotti romani. I rifacimenti interni e la
costruzione di una cupola a calotta, posta all'incrocio tra i bracci della
chiesa, non furono mai realizzati. Tra il 1447 e il 1451
A. eseguì
la facciata del palazzo Rucellai a Firenze. In essa le scene si succedono
verticalmente secondo lo schema degli ordini sovrapposti; le finestre a bifora
sono divise da una colonnina centrale. Tutta la facciata è in bugnato. In
seguito l'
A. eresse anche la loggia Rucellai e il tempietto del Santo
Sepolcro nella cappella Rucellai della chiesa di San Pancrazio. Al 1456 si fa
risalire l'inizio del completamento della facciata di Santa Maria Novella a
Firenze, decorata nella parte inferiore in stile romanico-gotico fiorentino
(inizio XIV sec.). Per essa
A. riprese lo schema dei due ordini
sovrapposti e creò la voluta per alleggerire la massa architettonica. A
Mantova lavorò dal 1459 alla progettazione della chiesa di San
Sebastiano, a croce greca, e a quella di Sant'Andrea, eseguita sotto la
direzione di Luca Fancelli dopo la morte del maestro. La croce latina risulta
centralizzata nella parte terminale dall'uguaglianza dei tre bracci e
dall'inserimento della cupola all'incrocio della navata con il transetto.
A. ideò anche la Tribuna della Santissima Annunziata a Firenze,
dove riprese il tema dell'innesto, su una navata di struttura longitudinale, di
una cupola emisferica. Nelle sue opere, applicò forme quattrocentesche a
schemi desunti dalla classicità romana, approdando a un risultato
originale che preparava l'arte dei secoli successivi. Fra gli scritti di
A. legati alla sua attività artistica ricordiamo:
De
pictura (1436);
De re aedificatoria (1452);
De statua (1464)
(Genova 1404 - Roma 1472).
La chiesa di S. Maria Novella a Firenze
Il tempio Malatestiano a Rimini
La chiesa di S. Andrea a Mantova